Giureconsulto e uomo di Stato francese. Eletto deputato alla
Convenzione (1792), votò la morte del re (1793) e chiese l'arresto dei
girondini. Nel 1799 fu ministro della Giustizia e aderì al complotto del
18 brumaio, diventando secondo console, su suggerimento di Bonaparte. Quale capo
dell'amministrazione giudiziaria, presidente del Senato e del Consiglio di Stato
in assenza di Napoleone, contribuì all'elaborazione del codice civile, il
cosiddetto "codice napoleonico". Fu uno dei sei
Grandi dignitari
(arcicancelliere dell'Impero) della corte di Napoleone, che in seguito lo
insignì anche (1808) del titolo di duca di Parma (Montpellier 1753 -
Parigi 1824).